venerdì 23 agosto 2013

Ben Affleck sarà Batman nel sequel di Man of Steel

Pare sia ufficiale: Ben Affleck reciterà il ruolo di Batman nel sequel di Man of Steel, "Batman vs Superman". Con tutte le cautele del caso, per carità, ma stavolta la notizia pare avere tutti i crismi dell'ufficialità.
A dirlo è Greg Silverman, President, Creative Development and Worldwide Production di Warner Bros.:
"Sapevamo di aver bisogno di un attore straordinario per interpretare uno dei più longevi e popolari Supereroi DC Comics, e Ben Affleck calza sicuramente a pennello. La sua straordinaria carriera testimonia il suo talento e sappiamo che lui e Zack porteranno una nuova dimensione alla dualità di questo personaggio ".

Entusiasta della scelta il regista Zack Snyder che afferma:
"Ben costituisce un interessante contrappeso al Superman di Henry (Cavill). Ha le capacità di recitazione per creare una rappresentazione stratificata di un uomo che è più anziano e più saggio di Clark Kent e porta le cicatrici di esperto combattente del crimine, ma conserva il fascino che il mondo vede nel miliardario Bruce Wayne. Non vedo l'ora di lavorare con lui."

Non una scelta entusiasmante, ritengo, ma forse neanche la peggiore tra quelle di cui si è rumoreggiato nell'ultimo mese.

source: http://latino-review.com/2013/08/ben-affleck-is-the-batman/

martedì 20 agosto 2013

Capitan Atom (di J.T. Krul, Freddie E. Williams II)

Così come Aquaman, anche Capitan Atom è stato ospitato all'interno del mensile Flash, edizioni RW-Lion. Se Aquaman è probabilmente la migliore testata del New 52, Capitan Atom è certamente, per stile e contenuti, tra le più originali. Certo, la scrittura non è esente da difetti e ci sono dei punti deboli, dei passaggi un po' delicati che non convincono del tutto. Ma notevole il coraggio di J. T. Krul che riscrive profondamente il personaggio, riprendendo il Dr. Manhattan di Alan Moore e non avendo paura di metterla definitivamente in filosofia.
Il suo Capitan Atom si muove infatti su sentieri che conducono a riflessioni esistenziali, assolute, sull'uomo, sul mondo, sull'universo, su cosa vi sia oltre l'universo, sul tempo e, inevitabilmente su Dio. E ancora, sulla soggettività e sul filtro dei sensi e delle categorie intellettuali nella lettura e nell'interpretazione della realtà.
Una pretesa in effetti non da poco, un'escursione su un terreno complicato, una sfida impegnativa già a partire dal termine di paragone, Manhattan, cui il riferimento è evidente. A prescindere dalla portata del risultato finale, ben venga. Finalmente un prodotto che abbina la componente leggera, di divertissement, con una componente più intellettualmente stimolante. O, almeno, ci prova.
Per rendere graficamente un prodotto di questo tipo è azzeccata la scelta di Freddie E. Williams II: le sue tavole sono particolari, i disegni sono forse non molto "solidi", piuttosto eterei, dai tratti e dai contorni molto sfumati, per nulla rigidi e non molto definiti, ma necessari e coerenti con il tono della storia il cui protagonista è un personaggio, appunto, dai contorni esistenziali sfumati e incerti.
Come già predetto [qui], è stata sviluppata, tra le altre cose, la dualità tra Capitan Atom, smaterializzato, decorporalizzato, a rischio di disumanizzazione, un uomo prigioniero all'interno di un'entità trascendentale, e il dr. Megala, una mente eccelsa, assetata di conoscenza e desiderosa di valicare i confini e i limiti della condizione umana, ma prigioniera all'interno di un corpo drammaticamente impedito persino nelle funzioni più semplici ed essenziali.
Una condizione speculare, simmetrica, tra i due e che, a un certo punto, si invertirà temporaneamente: in quell'occasione Megala avrà modo di constatare, portando alle estreme conseguenze la sua stessa visione delle cose, quanto poco di umano e di umanamente accettabile possa esserci nell'essenza stessa dell'esistente.
Il Capitan Atom di Krul è, dicevo, un po' dr. Manhattan, una sua incarnazione che ne ha irreversibilmente influenzato tutte le rappresentazioni future, ma è anche Nathaniel Adam: la componente umana di Capitan Atom è fondamentale; se in Manhattan questa componente via via scompare, in Capitan Atom essa è essenziale, e coesiste con quella che trascende l'umanità, la fisicità, l'intelletto stesso. Non appena Capitan Atom perde contatto con la sua parte umana, diviene un'entità fredda, assoluta, priva dei filtri della ragione e della morale.
Di sicuro non è una lettura facile, semplice o immediata. È lontana anni luce dal classico "arriva il supereroe e prende a cazzotti i cattivi". In soccorso arriva, ottima e molto utile per orientarsi e riassumere una run fatta di salti e viaggi nel tempo, la "cronologia completa" nel redazionale di Riccardo Galardini su Flash n. 9.
La serie si è conclusa su Flash n. 14 con il numero zero, che narra le origini di Capitan Atom, anche se la run si era conclusa due numeri prima, su Flash n. 12, con Capitan Atom #12: "La fine è l'inizio". Nell'ultima tavola, un Capitan Atom letteralmente "fuori dal mondo", osserva la Terra dalla superficie lunare e, a corollario della sua profonda riscrittura, dice "Non sono un uomo, non sono uno di loro. Non più".
Il futuro ci dirà se questa interpretazione del personaggio sarà quella definitiva e quali saranno le sue possibili evoluzioni.

mercoledì 14 agosto 2013

AQUAMAN: Gli Altri (The Others) (di Geoff Johns, Ivan Reis)

Benvenuti nel meraviglioso mondo di Geoff Johns.
Dopo La Fossa, Gli Altri costituisce il secondo step del "salto triplo" con cui Geoff Johns e Ivan Reis ci conducono verso Trono di Atlantide, il grande cross-over tra Aquaman e Justice League.
Come già detto a proposito de La Fossa (The Trench), a mio avviso siamo di fronte alla migliore tra le testate del New 52 DC Comics.
I detrattori di Aquaman che, evidentemente, non hanno mai letto davvero un suo fumetto, ormai saranno estinti o, se ancora riescono a fiatare, farebbero meglio a documentarsi prima di sprecare ossigeno.
Ne Gli Altri il livello qualitativo, la complessità della trama, l'intensità e la profondità della narrazione, e persino i disegni già sublimi di Ivan Reis, fanno un ulteriore passo in avanti rispetto a La Fossa: diventano forse più cupi per necessità narrative, ma il disegnatore brasiliano dà  qui forma a tutto il suo straordinario potenziale.
Stando a questo trend, anche con l'avvento alle matite del bravo Paul PelletierTrono di Atlantide potrebbe essere davvero spettacolare e indimenticabile.

Un Aquaman assolutamente in tre dimensioni, profondo, drammaticamente umano anzi, più che umano. Il personaggio meglio caratterizzato, in assoluto, del reboot DC. Accanto a lui fiorisce la stupenda Mera, altro personaggio carico di fascino e che promette ancora tanto per il futuro. Ottimo anche Black Manta, una nemesi drammaticamente simmetrica rispetto ad Aquaman, con cui vive una lacerante, dolorosa inimicizia. E poi gli Altri, un gruppo di eroi nuovi e già ben caratterizzati, un'altra trovata azzeccata di Geoff Johns e che, personalmente, spero venga riproposta in futuro.
Divertimento, pathos, commozione, azione. L'esemplare migliore del parco New 52. Non c'è altro da aggiungere.
Se amate Aquaman e vi siete persi queste storie pubblicate (in condominio col velocista scarlatto e Capitan Atom) su Flash (Edizioni RW-Lion) dal n.1 al n. 13, vi consiglio di recuperarle, oppure di non farvi scappare eventuali pubblicazioni-raccolta in cartonato.
Aquaman #0, pubblicato su Flash n.14 di giugno, e Aquaman #14 su Flash n.16 di agosto, completano il quadro con tutte le informazioni necessarie per tuffarci senza indugio su Trono di Atlantide che, a settembre, approderà sullo spillato Justice League.
In estate, tra un tuffo e un bacio, quale migliore lettura di Aquaman? ;)

lunedì 12 agosto 2013

"THE NIGHTLY NEWS" di Jonathan Hickman

New York. Capitale mondiale dell'informazione. Qualcuno ha deciso che i giornalisti o, almeno, alcuni di essi, vanno eliminati. E nel modo più plateale possibile. Chi si nasconde dietro queste azioni terroristiche? Quali sono le sue motivazioni?
The Nightly News‬, opera del 2006 di Jonathan Hickman per Image Comics, ci parla di comunicazione di massa e di manipolazione, nel senso psico-patologico del termine.
Non si tratta di una lettura facile e immediata. E io non sono un ammiratore delle letture complicate e cervellotiche. In questo caso, tuttavia, vanno riconosciute la particolarità e l'originalità dell'opera di Hickman.
Un'opera/documentario in cui, parallelamente a una storia molto meno complicata di quanto la disposizione dei flashback tende a far percepire, l'autore sciorina tutta una serie di dati, di tabelle, di statistiche e citazioni, al fine di dimostrare la scarsa affidabilità anzi, la pericolosità del sistema scolastico e dei mass-media americani.
Tutte le fonti bibliografiche sono citate sia nel fumetto che nelle ampie note a margine.
L'impatto iniziale mi ha fatto pensare a V for Vendetta, opera cui, secondo me, The Nightly News è in parte debitrice per una certa idea di fondo, a tratti per ambientazioni e atmosfere distopiche e per alcune trovate come "la Voce", "la Mano", chiari omaggi al capolavoro di Alan Moore.
È una storia che non parla di "gente" ma di "persone", di individui. La gente in quanto collettività non è mai presente, se non come elemento totalmente passivo, al punto da essere irrilevante.
Un'opera il cui punto di forza non è probabilmente la trama in sé: molto semplice ed essenziale ma disposta nel modo forse più complicato possibile, al punto da renderla eccessivamente arzigogolata, con salti temporali continui. Popolata da personaggi non ben caratterizzati ma ugualmente figure drammatiche, protagonisti che si avvicendano come ombre sulla scena, potrebbe risultare, al primo approccio, poco digeribile.
Ai punti deboli sopperisce la "promessa" di un'idea superiore, di un fine e di un finale chiarificatore che rimangono sempre il vero motore trainante della storia, la vera spinta per il lettore a proseguire per vedere "come va a finire" e per dipanare la matassa aggrovigliata che gli è stata messa in mano.

Informazione e manipolazione; riscatto e vendetta. Hickman semina dubbi, gioca un po' a nascondino, ora sembra schierarsi con l'una, ora con l'altra, tra le parti in causa.
Cercando di mantenere una posizione super-partes, egli cerca di attrarre nella propria costruzione il lettore, prova a spingerlo a schierarsi con l'uno o l'altro dei protagonisti. Ma l'imparzialità cede il passo alla chiara urgenza di manifestare le proprie idee e la propria posizione riguardo l'informazione, l'indottrinamento delle masse, la religione, l'istruzione, il sistema sociale occidentale e americano in particolare.
Se da una parte condanna per poca incisività coloro che "protestano", dall'altra condanna anche chi arriva a fare ricorso alla violenza per sovvertire il sistema.
Non dà risposte quindi Hickman ma, al contrario, suscita domande e instilla dubbi.
E implicitamente rivendica, in un certo qual modo, il primato e la libertà dello scrittore sul giornalista, quando quest'ultimo si fa strumento e portavoce del potere.
Con Nightly News Hickman stimola il lettore a riflettere su quanto labile sia il confine tra libertà e inganno, tra verità e illusione; su come i mass-media e la politica, che dovrebbero vigilare e garantire democrazia e libertà, siano essi stessi vulnerabili e in balìa degli interessi o addirittura dei capricci del violento o del potente di turno.
Un'opera in cui il pungolo intellettuale compensa pertanto ampiamente eventuali debolezze o pesantezze narrative e di sceneggiatura e i dati statistici di cui è corredata vogliono stimolare l'approfondimento.
I disegni sono particolarissimi, ricchi di simbolismi, quasi sempre fuori dallo schema delle vignette, mono o bi-cromatici (le parti ambientate nel presente hanno l'arancio come colore dominante, i flash-back e flash-forward il blu), dalla resa piuttosto bidimensionale ma quasi lisergica. I volti dei personaggi solo raramente lasciano intravedere gli occhi, che sono quasi sempre adombrati.

In conclusione, una lettura consigliata a chi è pronto ad affrontare tematiche complesse ed estremamente attuali nell'era della comunicazione, attualissime nel nostro Paese. Lettura non leggera, adatta a un pubblico maturo, potrebbe piacere anche agli amanti del complottismo.

"The Nightly News" di Jonathan Hickman (Image Comics, 2006-2007) - Ed. italiana Panini Comics Collezione 100%, brossura, 184 pgg, € 16

martedì 6 agosto 2013

Zagor 628: Il ponte sull'abisso

Numero interlocutorio questo Zagor 628, con una storia che si chiude e un'altra che inizia. Zagor è sempre sulle tracce di Dexter Green e, conclusa in maniera spettacolare la stupenda avventura nel Mato Grosso, si appresta ora nientemeno che a valicare le Ande per dirigersi dall'Argentina verso il Cile.
Soggetto e sceneggiatura de' Il ponte sull'abisso sono a firma di Moreno Burattini, mentre le matite sono di Gianni Sedioli. La storia inizia bene, si distingue per grazia stilistica, sensibilità e delicatezza di esposizione. C'è chiaramente notevole impegno e attenzione nella stesura di un racconto che nel migliore, perfetto, stile zagoriano, miscela verità storica e fantasia, scienza e immaginazione. Guest star nientemeno che il grande, geniale scienziato e naturalista Charles Darwin. La cornice è quella suggestiva e incantevole delle Ande, altissime vette e spettacolari vulcani. Puntuale, qualcosa di magnificamente strano sta per succedere, coinvolgendo Zagor (e il fido Cico), c'è da giurarci, in primissima persona.
Un'osservazione: il leggendario urlo di Zagor andrebbe forse usato con maggiore parsimonia, e in quelle situazioni al culmine della tensione narrativa (come, per esempio, nel numero 627 quando Zagor ha fatto ingresso nell'arena con i dinosauri...). Il rischio, altrimenti, è di inflazionarlo e svalutarlo, disinnescando il suo grande potenziale emozionale.
Per il resto, non c'è che da leggere avidamente, godersi il lavoro eccellente di questi autori in stato di grazia e attendere settembre per il n. 629. Ci sarà da divertirsi.

Zagor 626 e Zagor 627

Che numeri questi Zagor 626 e 627 di giugno e luglio (Mauro Boselli, Michele Rubini; cover di Gallieno Ferri).
Zagor ancora in trasferta sudamericana, nel Mato Grosso, in Brasile. Azione, fantasia, scenari a dir poco suggestivi, senso dello spettacolo, tempi perfetti, ottimi ritmi, davvero una lettura che mi ha lasciato molto soddisfatto. E, al centro, specialmente nel n. 627, uno Zagor spettacolare, eroe più che mai. All'apice della storia, un'entrata in scena da pelle d'oca.
Complimenti all'autore, Mauro Boselli e all'ottimo disegnatore, Michele Rubini.
Ragazzi, i bei fumetti li abbiamo in Italia, non c'è che dire. Altro che crisi e flessione del fumetto Bonelli; a me Zagor sembra qualitativamente in ascesa e in ottima salute. Personalmente, chapeau a questi autori, davvero.

venerdì 2 agosto 2013

Wolverine - L'immortale (The Wolverine)

Dopo Man of Steel ecco un altro film sui supereroi "interrotto", se pur in misura meno accentuata, anch'esso formato da due anime: una intensa, profonda e coinvolgente; l'altra fracassona e piuttosto deludente.
Se Man of Steel ha sbagliato per eccesso, The Wolverine pecca per difetto. Anche l'azione diviene, via via, a tratti scialba o persino grottesca, tutt'altro che elettrizzante. La scrittura presenta inoltre diversi punti deboli, con molte questioni affrontate male e in maniera superficiale. Un film molto fumettistico, in definitiva, ma non nella maniera migliore. Perché se il termine "fumettistico" si coniuga bene con "divertente" o "spassoso", non deve necessariamente coniugarsi con "ingenuo" o, men che meno, con "superficiale".
D'altra parte, del ciclo giapponese di Frank Miller e Chris Claremont, di quelle suggestioni orientali così affascinanti, c'è solo un pallido riflesso. Le premesse interessantissime  vengono disattese nello svolgersi della pellicola che, a tratti, risulta persino lenta e noiosa.
A reggere e mantenere il tutto a livelli accettabili, un grande Hugh Jackman, che è ormai Wolverine così come Robert Downey Jr. è Iron Man.
Consiglio: non aver fretta di abbandonare la sala dopo i credits.


Wolverine - L'immortale (The Wolverine) di James Mangold. Con Hugh Jackman, Haruhiko Yamanouchi,  Svetlana Khodchenkova, Rila Fukushima, Hiroyuki Sanada, Tao Okamoto. - 107 minuti - USA, 2013 - 20th Century Fox