venerdì 19 luglio 2013

UN FATTO UMANO - STORIA DEL POOL ANTIMAFIA



UN FATTO UMANO Storia del Pool Antimafia - di Manfredi Giffone, Fabrizio Longo, Alessandro Parodi - Einaudi Editore - 2001 - 376 pgg, brossura. 24 €


«La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine»

Queste le parole di Giovanni Falcone che danno il titolo al Graphic Novel scritto da Manfredi Giffone, disegnato da Fabrizio Longo e Alessandro Parodi. A leggere le loro bio, si apprende che, all'epoca dei fatti narrati, erano ancora bambini o adolescenti. Ma hanno realizzato un'opera stupenda che ricostruisce la storia d'Italia dagli anni '70 ai primi anni '90. Un'opera che non esito minimamente a definire "opera d'arte assoluta" per forma, realizzazione tecnica, grafica, e per contenuto.

Contrariamente a quello che si potrebbe inizialmente pensare, non si tratta di una storia "di mafia" e neanche di una storia di "Falcone e Borsellino". No, si tratta della storia del nostro Paese e quindi la storia delle nostre città, delle nostre strade, del nostro lavoro e, in definitiva, della nostra vita. Quella storia politica, sociale, umana, nascosta o semi-nascosta, che si è mostrata, in tutta la sua ambiguità e il suo orrore solo in determinate, tragiche occasioni. Una storia che è necessario conoscere, per capire, imparare, decodificare il presente e orientare le nostre scelte future.

È l'attore teatrale Mimmo Cuticchio a raccontare idealmente i fatti, muovendo dei "pupi", le marionette siciliane. E comincia dagli anni '70, anni in cui, in Sicilia, cambiavano i vecchi equilibri di mafia, e cominciavano ad affacciarsi, in tutta la loro ferocia, le nuove generazioni e, tra gli altri, i corleonesi. Quindi ci vengono raccontate le dinamiche interne a Cosa Nostra, la ferocia con cui i vari esponenti si combattono e si eliminano tra loro. Ma, allo stesso tempo, la capacità di muoversi e relazionarsi col potere centrale dello Stato, mediante un perverso rapporto con la politica, il mondo della finanza e dell'imprenditoria (anche del Nord) che, di fatto, condanna il Sud a una condizione di prostrazione e sudditanza morale ed economica nei confronti del resto del Paese.
A rovinare il quadro e disturbare il gioco di mafia, politica e affari, arrivano infine dei personaggi "atipici", uomini che non ci stanno, che credono nelle istituzioni e nella pulizia del sistema. Eroi veri, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tanti altri poliziotti e magistrati che hanno sacrificato la loro vita in una lotta impari. L'attenzione si sposta quindi su di loro, sul modo in cui fanno leva sui collaboratori di giustizia, sul loro metodo di colpire la mafia, cioè seguendone lo spostamento dei capitali: da dove arrivano i soldi e dove vanno a finire. Un metodo che scardinerà un sistema di proporzioni planetarie, coinvolgendo l'imprenditoria e la politica italiana e arrivando alle connivenze con servizi segreti e alte cariche militari, alle connessioni con l'eversione di destra, con il traffico di droga e la finanza internazionale, e persino la CIA.
Leggere quali e quanti ostacoli sono stati imposti a questi uomini eroici è davvero impressionante. È forse la cosa che più mi ha colpito: la difficoltà e la solitudine, i veleni e l'ostracismo che, le stesse istituzioni, la stessa società civile, spesso gli stessi intellettuali, hanno riservato loro. Uomini che, chiaramente, hanno pagato il prezzo di "aver capito tutto", troppo.

Tutto questo viene reso a meraviglia da una lettura che mi ha sorpreso per profondità, accuratezza, dovizia di particolari nella ricostruzione storica dei fatti, per la bellezza dei disegni, realizzati con lo stile degli animali antropomorfi, uno stile già usato da Art Spiegelman in Maus, per esempio. Gli animali-avatar di Fabrizio Longo sono qui una scelta potente e straordinariamente efficace: richiamano le reali fattezze fisiche dei protagonisti, ma anche la loro indole; ne esprimono il carattere, gli stati d'animo e le peculiarità morali e psicologiche. Basta osservare un volto per capire, senza bisogno di didascalie e spiegazioni.
A differenza di Maus i volti dei protagonisti non sono categorizzati secondo etnia e neanche in funzione dello "schieramento". Tuttavia i cattivi più cattivi sono identificati spesso con i cinghiali (poveri cinghiali) o come rettili o iene. I poliziotti e i magistrati spesso sono cani da presa o da caccia. Trasversali invece sono i rapaci, i caprini/ovini e i felini. Degne di nota, tra le altre, le scelte di Spadolini-elefante e Andreotti-pipistrello.
Se in Maus i disegni sono in sintonia con l'angoscia e la cupezza dell'olocausto, qui sono più chiari, più espliciti, come a voler palesare, portare alla luce del sole, una realtà altrimenti sconosciuta ai più. E, al contempo, non caricare di cupezza una storia già di per sé tutt'altro che leggera.

Consiglio la lettura di questo libro-fumetto assolutamente a tutti, in particolare a chi si affaccia adesso alla vita da adulto. Per conoscere, per capire, per fare tesoro delle esperienze e del lascito di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli uomini delle loro scorte; di Francesca Morvillo, Emanuele Basile, Ninni Cassarà, Beppe Montana, Rocco Chinnici, Carlo Alberto Dalla Chiesa e tanti altri che, per noi, per lo Stato, per la nostra società, la nostra libertà, si sono battuti secondo le regole tanto contro i mafiosi, quanto contro chi le regole le dettava e le aggirava. Perché la loro storia non sia vana e perché le loro idee possano continuare a camminare sulle nostre gambe.

«Gli uomini passano ma gli ideali restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini» (Giovanni Falcone)

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